L’idrogeno solforato rappresenta un problema di sicurezza considerevole nel settore petrolifero, ma non è affatto l’unico gas a sprigionarsi durante le attività di trivellazione: questo intervento d’emergenza, ad esempio, si è reso necessario in seguito alle elevate concentrazioni di monossido di carbonio.
Nel settore petrolifero, i gas più diffusi e più tossici sono: H2S, CO, CO2, SO2, e CH4.
Un sabato mattina abbiamo ricevuto una chiamata d’emergenza da un operatore norvegese: durante una normale procedura di chiusura mineraria e abbandono del pozzo, qualcosa è andato storto, provocando elevate concentrazioni di CO nei vecchi fanghi. L’inalazione di CO ad alte concentrazioni è pericolosa, addirittura letale se i valori superano i 12.800 ppm.
Prima che arrivasse il nostro supervisore preposto alla sicurezza, il sistema di circolazione del fango era stato gravemente contaminato da alte concentrazioni di CO e l’assenza di un piano di emergenza per simili circostanze metteva seriamente a repentaglio le operazioni successive. Il compito del supervisore era quello di offrire consulenza per una corretta valutazione del rischio nella gestione del monossido di carbonio, nonché di garantire la prosecuzione delle operazioni senza compromettere la sicurezza del personale a bordo.
L’esposizione al CO può provocare nausea, vertigini, mal di testa e svenimento, ma l’inalazione in quantità eccessive può essere fatale.
Il commento del cliente
Durante la vostra permanenza sulla piattaforma, avete dimostrato un atteggiamento estremamente professionale, aiutandoci a comprendere a fondo i problemi sorti e a gestirli nel miglior modo possibile. A nome di tutto lo staff, desidero ringraziarvi per il vostro prezioso contributo.